tram e trasporto pubblico a Roma

La ferrovia Roma-Fiuggi-Frosinone

Il tracciato oltre Centocelle

 

A cura di M. di Pietrantonio

Lasciata la stazione di Centocelle, la linea segue la via Casilina fino alle località Torrenova e Torre Gaia e giunge alla stazione di Grotte Celoni, inizialmente con raddoppio a tre binari e senza particolare importanza dal punto di vista dell'esercizio. Nel 1939, a causa della presenza nelle immediate vicinanze di uno stabilimento della Breda fondamentale per la produzione bellica, la stazione è completamente ricostruita dotandola di due binari terminali, ognuno con due raddoppi per l'inversione delle motrici, che praticamente davano, all'occorrenza, ben sei binari di sosta, mentre all'estremità opposta del piazzale è posto un doppio binario per l'incrocio dei treni extraurbani. Sempre nel 1939 è completato il raddoppio del binario da Centocelle a Grotte Celoni, dove viene prolungato il servizio urbano di Roma fino al 1970, quando inizierà l'esercizio delle corse urbane prolungate a Pantano Borghese. Da Grotte Celoni la linea prosegue a semplice binario e raggiunge le località Borghesiana, Finocchio e Pantano Borghese, che diverrà la stazione terminale di quanto rimane della linea fino al 4 luglio 2008.


Doppio binario verso Grotte Celoni; stazioni di Grotte Celoni e Pantano Borghese.

Dopo Pantano Borghese, mantenendosi quasi sempre su sede riservata contigua alla via Casilina, la linea raggiunge Laghetto, dove si staccano i raccordi per alcune miniere di silice di proprietà dell'ing. Antonio Clementi, promotore e principale azionista della linea dal 1912 al 1923; i due binari di raccordo raggiungono l’impianto caricatore delle miniere, a sua volta dotato di binari sia ferroviari che decauville. La linea incontra quindi le stazioni di Colonna e San Cesareo: da quest'ultima località parte la diramazione per Monteporzio Catone, Montecompatri e Frascati, di 15 km, completamente costruita su sede stradale e con un andamento oltremodo tormentato, distrutta durante la guerra e mai più ripristinata.


Le stazione di Monteporzio e Frascati sulla diramazione da S. Cesareo.

Subito dopo San Cesareo inizia il tratto più tormentato della linea, limitato inizialmente a 20 km/h per tutti i treni: è la modifica del prolungamento della linea verso Roma voluta dall’ing. Clementi, che dall’originario progetto di farla proseguire da Zagarolo sulla Prenestina, con un tracciato ideale per giungere a Porta Maggiore e Termini, optò per la deviazione verso la Casilina, necessaria per collegare le miniere di Laghetto: con un percorso irto di curve, alcune con raggio oltremodo stretto, la linea transita dapprima a Palestrina, quindi passa alla lontana dalla stazione FS di Zagarolo, terminale originario nel progetto della Società Veneta.

Per l'effettuazione del servizio merci è istituita una fermata, Zagarolo bivio, dalla quale si stacca una diramazione a semplice binario, con scambi nell'uno e nell'altro senso di marcia, che raggiunge la stazione di Zagarolo scalo, utilizzata essenzialmente per il traffico merci. Dopo un breve tratto la linea raggiunge Zagarolo città.


La stazione di Palestrina e Zagarolo; la fermata di Zagarolo bivio.

Da Zagarolo la linea prosegue verso Cave, penetrando all’interno dell’abitato con un tracciato che negli ultimi anni si rivelerà sempre più scomodo e pericoloso, sia per i veicoli che per i pedoni, e che contribuirà non poco alla definitiva chiusura del servizio extraurbano. Dopo Cave si raggiunge Genazzano, sede di deposito e officina (oggi utilizzati per gli autobus). A Genazzano esiste, e rimarrà visibile fino all'ultimo, un raccordo per qualche attività locale del Clementi. Tra le due località, per meglio adeguare il tracciato all'ampia curva di entrata verso Genazzano, è costruita una breve galleria, la prima delle tre presenti sull'intero percorso fino a Frosinone e l'unica fino a Fiuggi.


Sul viadotto stradale prima di Cave; la stazione della ferrovia a Cave (a destra accanto alla Villa Clementi) e a Genazzano.

Dopo Genazzano, superate le stazioni di Olevano Romano e Paliano, inizia la tratta montana della linea, in sede propria a mezza costa sul monte Scalambra: con un andamento più uniforme, il treno sale con pendenze fino al 60 per mille a 706 m sul mare, raggiungendo Piglio, Serrone-Forma ed Acuto.


Sul monte Scalambra e alla stazione di Acuto.

All'uscita dalla stazione di Acuto attraversa la Prenestina e, dopo aver proseguito per circa un chilometro in sede propria, inizia la graduale discesa verso Fiuggi, col binario che tornava a costeggiare la sede stradale. Fiuggi (617 m s.m.) è il più importante nodo della linea per la presenza delle terme e dalla stazione, Fiuggi Centro, si staccano due tronchi per servizio urbano verso l'abitato di Fiuggi alta (Fiuggi Città) e verso le terme (Fiuggi Fonte); le due diramazioni hannoo insieme una lunghezza di 4,87 km e sono simultaneamente sostituite da un servizio di autobus nel 1960.


Alla stazione di Fiuggi e al capolinea di Fiuggi Fonte.

Superata Fiuggi la linea continua a seguire la via Prenestina, con qualche tratto in sede propria. Raggiunge le località Torre Caietani, Trivigliano e Vico Nel Lazio, dalla quale ultima parte la breve diramazione per Guarcino, costruita in sede propria, di 3,3 km, chiusa nel 1936. Quindi il treno raggiunge Alatri, terminando qui il tracciato in sede stradale riprogettato dal Clementi. Dal 1940 al 1978 la stazione di Alatri sarà il capolinea del servizio extraurbano.


Stazioni di Vico nel Lazio, Guarcino, Alatri.

Superata Alatri la linea prosegue su un tracciato del quale, complice la sede prevalentemente propria, ogni traccia è da tempo scomparsa. Da una mappa del 1931 si ricava che il tracciato si discosta dalla via Prenestina sul lato destro in direzione Frosinone, mantenendosi separato ma contiguo fino alla fermata di Tecchiena. Subito dopo il binario segue un tracciato indipendente dalla rete stradale fino alla località Osteria De Mattheis, alle porte di Frosinone, dopo la quale si innesta sull'attuale viale delle Fosse Ardeatine. La prima stazione di Frosinone è Madonna della Neve, lungo l'allora viale della Stazione, superata la quale si incontra la seconda galleria della linea, chiamata galleria Cavalli. Dopo un ampia curva si arriva alla stazione Distretto Militare e quindi, dopo aver superato la terza ed ultima galleria, chiamata galleria S. Antonio, si incontra la stazione omonima, alla quale seguono le fermate Vignali, Bivio Ceccano e Raddoppio.


Frosinone: in corso Vitt. Emanuele e alle stazioni Distretto Militare e S. Antonio.


La stazione di Frosinone Scalo.

Il terminale di Frosinone scalo è posto dirimpetto alla preesistente stazione FS, inizialmente con il binario proveniente da Roma al lato Napoli della linea Roma-Cassino; prima dell'accesso in stazione si staccano tre binari tronchi per il servizio merci, che terminano in corrispondenza dell'apposito fabbricato (ancora esistente, come quelli per i viaggiatori). La stazione è dotata di tre binari per il servizio viaggiatori (partenze ed arrivi) e di altri per esigenze interne di manovra. Con la modifica del tracciato verso Roma del 1926 (vedi più avanti), il servizio extraurbano è trasferito ai binari 3, 4 e 5, mentre i primi due binari accanto al fabbricato viaggiatori sono adibiti ad un servizio urbano contestualmente istituito.

Nell'abitato di Frosinone la linea è modificata nel 1926 per il dissesto della volta della galleria Cavalli. La linea è deviata prima della galleria, in località Madonna della Neve, dove è costruita una nuova stazione con lo stesso nome ed è portata direttamente a Frosinone scalo senza fermate intermedie. Il tracciato abbandonato, da Madonna della Neve vecchia a Frosinone scalo, è riutilizzato per istituire un servizio urbano a frequenza costante, con fermate alle stazioni preesistenti e alcune fermate in linea con solo marciapiedi. In seguito è abbandonata la tratta da Frosinone S. Antonio a Madonna della Neve vecchia, mentre è costruito un nuovo tronco urbano che penetra all'interno della città, attestato nell'odierna piazza Vittorio Veneto, che rimarrà in esercizio fino al 1937.

Per la costruzione della linea è costruito inizialmente un tratto di binario da Madonna della Neve a Frosinone scalo per la via Marittima, che è percorso unicamente dalle quattro locomotive a vapore che, in seguito, saranno utilizzate per l'effettuazione di qualche treno merci e viaggiatori. Tale binario sarà rapidamente smantellato dopo l'attivazione dell'intera linea.

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rev. B 15/04/18